LUCA ARCHIMANDRITA (metà XI secolo – 1149)
San Luca archimandrita nacque in Calabria attorno alla metà dell’XI secolo e fu monaco nel monastero rossanese della “Nuova Odigitria” da dove, costretto da Ruggero II il Normanno, si diresse con dodici monaci alla volta di Messina per fondare una comunità monastica nel ricostruito cenobio del Santissimo Salvatore “in lingua phari”.
Dapprima igumeno (superiore monastico) del monastero, nel 1133 fu designato archimandrita della confederazione monastica (archimandritato) voluta dal sovrano nel 1131, che includeva i monasteri di tradizione greca della Sicilia e della Calabria.
Per i suoi cenobiti compose il noto “Tipikon” - contenuto nel manoscritto Mess. Gr. 115, oggi conservato nella Biblioteca Regionale Universitaria di Messina - mutuando da San Basilio, da San Teodoro Studita e da altri, le regole in esso esposte.
Il Santissimo Salvatore di Messina, munito di una ricca biblioteca e dello “scriptorium” per lo studio dei monaci, divenne, con l’archimandrita Luca, il più luminoso polo culturale dell’Italia Meridionale.
Con il favore di Re Ruggero, l’archimandrita ricostruì numerosi monasteri, abbandonati e saccheggiati sotto la dominazione araba, e le comunità monastiche ricevettero dal re ingenti privilegi: feudi, diritto di pascolo, di sfruttamento delle acque per mulini, esenzioni dal dazio sul commercio marittimo operato con navi del monastero e altro.
Il risanamento morale, spirituale e disciplinare imposto da Luca ai suoi monaci fece di lui il grande “riformatore” del monachesimo italo-meridionale. Morì a Messina il 27 Febbraio 1149.